Siamo tutti carenti di vitamina D

Ossa più forti grazie alla Vitamina D

È convinzione comune che, per la salute delle nostre ossa, sia sufficiente un buon apporto di calcio e fosforo, ai fini di costruzione, supporto e mineralizzazione dello scheletro. Ciò che spesso non consideriamo è la circostanza per cui, per fissare i minerali efficacemente nella matrice ossea, è necessario l’intervento della Vitamina D. E questa non lavora da sola, ma ha bisogno che il nostro corpo venga frequentemente esposto al sole, perché sono proprio le radiazioni solari ad “attivare” la vitamina a livello cutaneo. Più di quanto si pensi, infatti, la carenza di Vitamina D è responsabile di problemi a livello muscolo-scheletrico. Cerchiamo dunque di approfondire.

È bene comprendere quali siano le funzioni della Vitamina D, come essa interagisce nel nostro organismo e dove trovarla. Per capire se una sua carenza possa danneggiarci e in quale misura.

Va precisato, innanzi tutto, che con Vitamina D si intende un complesso di ben 5 vitamine: D1, D2, D3, D4 e D5. Le più importanti per il nostro organismo sono la Vitamina D2 (ergocalciferolo) e la Vitamina D3 (colecalciferolo), vedremo presto perché.

La storia di come questo complesso vitaminico sia stato scoperto è piuttosto interessante: nel 1919 Kurt Huldschinsky, un pediatra tedesco, notò come l’esposizione alla luce ultravioletta aiutasse i bambini a guarire dal rachitismo. Pochi anni dopo si scoprì che era possibile ottenere lo stesso risultato con l’esposizione alla luce solare. Elmer McCollum, nello stesso periodo, riuscì a isolare una componente attiva presente nell’olio di fegato di pesce, avente azione di contrasto al rachitismo. Bisognerà aspettare, però, il 1930, con uno studio di Adolf Otto Reinhold Windaus e collaboratori, per identificare e dare un nome a quella che oggi chiamiamo Vitamina D.

Dunque, la Vitamina D interviene a livello osseo, attivata dall’esposizione al sole. Ma come?

Responsabili della sintesi endogena della Vitamina D sono le radiazioni ultraviolette B (UVB), che convertono il 7-deidrocolesterolo (7-DHC), già presente a livello cutaneo nell’epidermide, in previtamina D3 che, per effetto di una reazione termica, si trasforma in Vitamina D3 (il colecalciferolo di cui sopra).

Quali funzioni ha la Vitamina D e perché è così importante?

Come già anticipato, il complesso vitaminico D è stato identificato a seguito di studi volti a guarire il rachitismo nei bambini. È infatti grazie a questa scoperta che, a suon di olio di fegato di merluzzo, è stato possibile contrastare tale patologia, poiché la Vitamina D, una volta attivata dalle radiazioni UVB, agisce come regolatore del metabolismo di calcio e fosforo e ne controlla il livello di concentrazione nelle ossa, ma non solo: anche nel sangue e a livello renale. Ad essa è riconosciuto il compito di mantenere l’equilibrio Ca/P (calcio/fosforo) ed è responsabile della mineralizzazione delle ossa.

La Vitamina D ha effetti anche nell’apparato muscolare: contribuisce a stimolare la sintesi proteica e ad attivare alcuni meccanismi di trasporto del calcio nel reticolo sarcoplasmatico (un insieme di tubuli nelle cellule muscolari, con il compito di regolare la concentrazione di calcio nelle miofibrille del muscolo, essenziali per la contrazione muscolare). Avrebbe, quindi, effetti positivi anche sul muscolo cardiaco e nella prevenzione di alcune malattie cardiovascolari.

Alla Vitamina D sono ascritte, inoltre, molte altre virtù, quali: lo stimolo della risposta immunitaria dell’organismo nei confronti di diverse infezioni, la regolazione dei fattori di crescita, l'inibizione di alcuni processi di carcinogenesi, l'aumento dell’attività antiossidante e di riparazione del DNA.

In quali alimenti si trova il complesso vitaminico D?

Oltre che nel già menzionato olio di fegato di merluzzo, tanto odiato dai bambini a cui veniva somministrato per prevenire e curare il rachitismo (che oggi viene utilizzato anche in casi di osteoporosi negli adulti) la Vitamina D è presente in altri alimenti, vediamo quali:

    pesci grassi (come lo sgombro, l'aringa e il tonno fresco);

    fegato di suino;

    tuorlo d'uovo di gallina

Piccole quantità si possono trovare anche nel burro, in alcuni formaggi grassi e nei funghi.

Vista la scarsa disponibilità negli alimenti è bene assumere integratori di Vitamina D, soprattutto se si osserva uno stile di vita latto-ovo-vegetariano o vegano.

Dopo aver considerato tutte queste informazioni, risulta maggiormente comprensibile per quale motivo siamo tutti a rischio di carenza di Vitamina D! È evidente la difficoltà di reperire questo elemento con l'alimentazione e, soprattutto, la necessità di esporsi al sole perché esso si “attivi”, condizione non sempre possibile nei mesi invernali e limitata dalla latitudine (nonché dallo smog). Ci sono poi i casi in cui, per condizioni o patologie preesistenti, la Vitamina D non viene assimilata a dovere a causa di malassorbimento. È questo il caso degli anziani che, per via del naturale invecchiamento dell’organismo, nonché della solitamente scarsa esposizione al sole (in particolare nei mesi invernali) hanno più difficoltà a mantenere costanti i livelli di Vitamina D e, conseguentemente, anche di calcio e fosforo nelle ossa. È provato che un’adeguata integrazione di Vitamina D e di calcio in età geriatrica riducono il rischio di fratture delle ossa.

In sintesi, deve essere posta molta attenzione alla presenza di Vitamina D nell’organismo, seguendo adeguata dieta o integrazione da parte di:

-          Bambini: la crescita muscolo-scheletrica è molto rapida, pertanto necessitano di quantità adeguata di Vitamina D ed esposizione solare controllata, nonché di calcio e fosforo.

-          Adolescenti: ancora in fase di crescita, sono in vantaggio rispetto alla prima infanzia poiché più spesso esposti alle radiazioni UVB, ma si deve comunque prestare attenzione all’introduzione del complesso vitaminico D con la dieta o i supplementi.

-          Anziani: particolare cautela è necessaria in questo caso poiché diminuisce la sintesi cutanea della Vitamina D a causa del processo di invecchiamento cellulare e per via della minore esposizione alla luce diretta del sole.

Meritano una menzione anche coloro che hanno scelto uno stile di vita vegano o vegetariano. Come accennato sopra, la Vitamina D è presente quasi esclusivamente in alimenti di origine animale. Piccole quantità di Vitamina D2 (ergocalciferolo) sono presenti, però, in alcuni funghi. Esistono, poi, cibi “fortificati”, a cui sono state aggiunte dosi di Vitamina D proprio per evitare carenze, quali, ad esempio: latte vegetale, yogurt a base vegetale ecc.... Questo escamotage è utilizzato in paesi in cui le condizioni climatiche (scarsa luce solare in inverno) sono particolarmente sfavorevoli per la sintesi cutanea del complesso vitaminico D. 

Riassumendo, una carenza di Vitamina D si traduce in:

    inadeguata mineralizzazione delle ossa, con conseguenti stati di rachitismo nei bambini, fragilità e dolori a livello osseo e osteoporosi negli adulti, nonché possibili deformazioni delle ossa;

    riduzione della forza muscolare, disturbi dell'equilibrio, miopatie dei muscoli in prossimità degli arti;

    riduzione della concentrazione nel plasma di calcio e fosforo, con conseguente iperparatiroidismo secondario. In casi gravi si rischia ipocalcemia, che può portare anche a convulsioni.

In conclusione, anche se l'estate è ormai terminata, è bene non dimenticare l'importanza di un adeguato consumo di pesce e di una sana e controllata esposizione al sole, da ricercare anche nei mesi invernali.